Descrizione
C’è un nome che da quasi novant’anni è sinonimo di “carrozzeria italiana”: Pinin Farina. Alcune fra le vetture più iconiche nella storia dell’automobilismo italiano e non solo, recano la firma della storica carrozzeria che, negli anni, ha saputo creare autentiche opere d’arte. Dietro quel “Pinin” si celava Battista Farina, mirabile artigiano che il 22 maggio 1930 fondò a Torino la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina. La qualità e la bellezza di quei manufatti non tardarono ad affermarsi tanto che già prima della Seconda guerra mondiale il catalogo dell’azienda poteva vantare magnifici allestimenti su telai Alfa Romeo, Lancia e Fiat. Poi, nel 1947, ecco apparire un’autentica pietra miliare nella storia del design italiano, la Cisitalia 202 che d’improvviso fece invecchiare quanto prodotto in Italia e nel mondo sino a quel momento in ambito automobilistico. Con quel coupé all’avanguardia inizia l’epoca d’oro della Pinin Farina che, fra gli anni Cinquanta e Novanta del Novecento, firma iconiche vetture come le Alfa Romeo Giulietta Spider e “Duetto”, le Lancia Aurelia B24 o Flaminia, le Fiat Dino Spider e 124 coupé, senza dimenticare le innumerevoli Ferrari che recano il marchio del prestigioso atelier torinese, atelier che dal 1952 era diventato il carrozziere “di fiducia” della Casa di Maranello. Le numerose 250 GT, la 250 Le Mans, la 365 “Daytona”, la 308 GTB, la Testarossa e la 288 GTO sono tutte Ferrari “by” Pininfarina. Il volume racconta anche la storia più recente di questo gigante italiano del design automobilistico e include tutta l’ultima produzione, in particolare quella per il mercato asiatico dove la presenza del marchio Pininfarina è in continua crescita. C’è anche un capitolo dedicato a Pininfarina Extra, un brand nel brand che dal 1986, si distingue per un approccio al design a 360°.
L’intera storia stilistica ed industriale di questo Marchio, autentico baluardo del “made in Italy”, è raccolta in questo volume, corredato da preziose immagini in bianco e nero e a colori che consentono al lettore di ripercorrere, oltre all’evoluzione del car design, anche quella culturale di un Paese come l’Italia.
