Descrizione
La storia di Aldo Bardelli pilota è solo l’apice di una carriera da vero polisportivo. Prima di diventare pilota, o “CORRIDORE” come si diceva un tempo, pratica numerose discipline.
È stato portiere di calcio nella squadra allievi della Pistoiese; ha spinto sulle pedivelle da ciclista in due Giri della Toscana dilettanti e si mette in evidenza fino al punto di essere notato anche da Gino Bartali; ha corso con le moto; ha disputato campionati di pattinaggio ed è stato terzino nel Pistoia di hockey a rotelle.
Una giovinezza divorata dallo sport. E tutta di corsa. Poi c’è il Corridore. E non uno qualsiasi. No.
In quegli anni il Corridore è qualcosa di speciale, un misto di ammirazione, invidia, emozioni. Il Corridore è al centro della scena: se un ragazzino se lo trova davanti rimane inebetito. Impietrito. Fulminato.
Ha un alone di mistero il Corridore quando ancora non si chiama Pilota. E’ un semi-dio, una figura mitica capace di rapire i cuori degli appassionati lasciando segnali neri sull’asfalto.
Aldo Bardelli è un CORRIDORE. Ci sono soltanto Alfa Romeo nella sua carriera da corsa, unsegno distintivo e anche una grande affezione per il celebre marchio di Arese.
Bardelli da vero appassionato dell’automobilismo, è entrato nel mondo delle corse nel 1960 correndo con una Giulietta Sprint Veloce.
I risultati sono subito buoni e convincono il pilota pistoiese ad insistere, tanto è vero che nel 1964 si presenta al via con una Giulia Quadrifoglio.
L’anno seguente acquista un’Alfa TZ1, che usa anche nel ’67 e ’68, alternandola con una splendida Alfa TZ2.
Nel 1969 passa alla Alfa 33 Sport, per terminare le stagioni 1970 e 1971 con l’Alfa 33 Spider Prototipo.
In questi sette anni di gare Aldo Bardelli conquista numerose vittorie e nel 1968 il titolo tricolore della montagna nella categoria sport.